La luce è uno degli elementi cruciali e più affascinanti del filmmaking. Può trasformare una semplice scena in qualcosa di magico, evocativo e indimenticabile. Per un giovane filmmaker, imparare a gestire la luce è essenziale per realizzare il proprio cortometraggio e far sì che abbia un impatto visivo significativo. Sui set cinematografici questo compito è svolto dal direttore della fotografia, in inglese detto “director of cinematography" o “director of photography” (abbreviato “DOP”).
Il Direttore della Fotografia è responsabile dell'aspetto visivo del film. Lavorando a stretto contatto con il regista, decide come tradurre le parole della sceneggiatura in immagini, scegliendo le inquadrature, l'illuminazione più adatta, il colore e la composizione.
Per scoprire come iniziare a muovere i primi passi nel mondo della fotografia, abbiamo chiesto al nostro amico Davide Orfeo di condividere con noi alcuni suoi suggerimenti maturati durante la sua esperienza di giovane direttore della fotografia. Davide è stato ospite più volte al Believe Film Festival e ha vinto l’ambito premio della Selezione ufficiale nel 2021.
Per girare i tuoi primi cortometraggi molto probabilmente non avrai a disposizione molte attrezzature, per questo è importante adottare alcuni semplici accorgimenti per ottenere il miglior risultato possibile anche con mezzi low budget.
La fonte di luce principale che puoi sfruttare è quella solare: è possibile realizzare un intero cortometraggio anche solo sfruttando la luce del sole come fonte di illuminazione. Per questo motivo, per le sue prime opere Davide ha scelto di girare spesso vicino alle finestre, sfruttando perlopiù la luce naturale.
Se è necessario sfruttare delle luci artificiali, si possono utilizzare molti oggetti che probabilmente avrai già a casa o di cui puoi disporre facilmente. Lampade da scrivania, abat-jour, e lampade che puoi avere in casa possono essere sfruttate anche come luci diegetiche (ovvero luci la cui fonte è visibile all’interno dell’inquadratura e fa parte della scenografia).
In molti corsi e manuali si parla degli schemi luce, in particolare quello a tre luci, che è così composto:
Molti professionisti, però, ritengono questi concetti limitati, utili solo per una comprensione iniziale del mondo della fotografia. Non è importante, infatti, seguire sempre gli schemi luce, perché la priorità del direttore della fotografia è un’altra. Come ci insegna Davide: “tu non devi illuminare bene, devi raccontare”. Infatti non sono solo il regista e lo sceneggiatore a raccontare la storia, ma anche chi compone le musiche, chi monta il film e il direttore della fotografia.
Per diventare un buon direttore della fotografia è essenziale approfondire i concetti relativi alla luce, al colore e ai contrasti non solo dal punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto dal punto di vista del loro potere comunicativo, e cioè cosa sono in grado di evocare, raccontare e suscitare nello spettatore. Vediamo ora come gestire sul set la luce naturale e quella artificiale.
1. Sfruttare la luce naturale
La luce naturale è una risorsa preziosa e gratuita. Imparare a sfruttarla al meglio può fare la differenza nelle tue riprese. Molte scene, infatti, possono essere girate senza l’utilizzo di alcuna luce artificiale. È importante tenere a mente come si sposta la luce solare durante il giorno. Grazie ad applicazioni e siti internet come “Google maps” è possibile vedere il punto in cui sorge e tramonta il sole. I tre elementi principali da considerare sono:
Per modellare la luce, soprattutto quando si gira in esterna, si può ricorrere a strumenti come diffusori, bandiere, gelatine e riflettori che possono aiutare a regolare la luce che colpisce il soggetto o lo sfondo, secondo le esigenze della scena. Sul mercato sono disponibili molti tipi di attrezzature, con prezzi molto vari, ma anche nei negozi per il fai da te si possono trovare strumenti più semplici in grado di gestire la luce in modo ottimale. È possibile acquistare, ad esempio, lampade da giardino, pannelli di polistirolo o semplici cartoncini, tubi led ecc. Per i movimenti di macchina, invece, si possono costruire in modo “artigianale” dei carrelli o degli stabilizzatori realizzati con materiali di base e con costi decisamente inferiori rispetto al noleggio di attrezzature professionali.
Vediamo nel dettaglio i materiali che si possono utilizzare:
2. Utilizzare la luce artificiale
Per cambiare il colore della fonte luminosa si possono usare le gelatine: si tratta di filtri colorati sistemati davanti a una fonte di luce, capaci di creare atmosfere particolari o correggere la temperatura del colore. La temperatura del colore si divide in calda e fredda, si misura in Kelvin (K) e influisce sul tono emotivo della tua scena.
Gestire la luce nel tuo cortometraggio è una combinazione di tecnica, creatività e pianificazione. Sperimenta con diverse fonti di luce, strumenti e tecniche per scoprire cosa funziona meglio per la tua visione artistica. Ricorda, la luce è il tuo pennello: usala per dipingere immagini che raccontano la tua storia in modo vivido e coinvolgente. Buone riprese!
Gli errori più comuni
Esistono degli errori comuni che vengono commessi soprattutto da chi è alle prime armi, come “bruciare” un’immagine (ovvero quando alcune parti vengono sovraesposte, cioè illuminate eccessivamente, e quindi i pixel perdono i dati di quella sezione che risulterà tutta bianca). Viceversa, un altro errore comune, è quello di sottoesporre, realizzando immagini troppo buie in cui allo stesso modo si perdono dettagli importanti per la ripresa. Ricorda: questi “errori” possono anche diventare una risorsa, sempre se usati con criterio, trasformando le difficoltà in opportunità.
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